La matura esce al mare: indossa la minigonna alla sera e trova dei giovani ragazzi

L’estate avanzava calda e impietosa. Il sole del pomeriggio lasciava sulla pelle una scia di calore, mentre le onde del mare sussurravano promesse al tramonto. Clara osservava il paesaggio dalla finestra del suo appartamento in affitto, una casa modesta con una vista mozzafiato sulla spiaggia. Da giorni, anzi settimane, si chiudeva lì dentro ogni sera, lasciando scorrere le notti in solitudine, tra pensieri e rimpianti.
Non che non fosse desiderata, anzi. Sentiva gli sguardi degli uomini, soprattutto dei più giovani, quando al mattino camminava sulla riva con il suo pareo leggero e il suo corpo ancora tonico, segnato solo dal tempo e dalle esperienze. Ma ogni volta che calava la sera, la sua sicurezza svaniva. Restava in casa, cullata dal rumore del mare e dai suoi pensieri.
Quella sera, però, qualcosa cambiò. Guardò l’orologio: le ventidue. Un brivido le attraversò la schiena mentre si specchiava. Sapeva cosa voleva, anche se fingeva di non saperlo. Aprì l’armadio e tirò fuori una minigonna di jeans che non indossava da anni. Nulla sotto. Voleva sentirsi libera, selvaggia, diversa. Una camicetta leggera, sandali col tacco e un tocco di rossetto. Bastava poco per accendere il fuoco dentro di sé.
Uscì. L’aria della sera era elettrica, carica di aspettative. Il locale sulla spiaggia era illuminato da luci soffuse, la musica vibrava nell’aria e i tavoli erano pieni di ragazzi in vacanza, abbronzati, allegri, pieni di vita. Si avvicinò al bancone, ordinò un drink e incrociò lo sguardo di un gruppo di giovani uomini. Avevano quel misto di sicurezza e sfrontatezza che l’aveva sempre attratta. Uno di loro, occhi chiari e sorriso malizioso, si avvicinò.
«Non ti ho mai vista qui» disse, con voce bassa e roca.
Clara sorrise, giocando col bicchiere tra le dita. «Di solito non esco.»
«Peccato. Ti saresti divertita.»
Si ritrovò circondata da loro, le loro voci, le loro risate, la loro energia. Un secondo drink, poi un terzo. Il mare li chiamava, e senza pensarci troppo, Clara accettò di seguirli. I piedi nudi sulla sabbia, la luna alta nel cielo, il suono delle onde come una melodia ipnotica. Risate che si smorzavano nel buio, dita che sfioravano la pelle, labbra che cercavano altre labbra.
Si sentì viva, per la prima volta dopo tanto tempo. Si lasciò andare alla notte, alla libertà, al piacere di essere semplicemente donna. E quando l’alba colorò il cielo di sfumature rosate, Clara sorrise, sapendo che non sarebbe stata più la stessa.
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